Addio ad Amedeo Amadei, campione di un calcio che non c'è più

25.11.2013 08:18 di  Massimiliano Spalluto   vedi letture
Addio ad Amedeo Amadei, campione di un calcio che non c'è più
© foto di Vocegiallorossa.it

Se ne è andato Amedeo Amadei, centravanti del primo scudetto della Roma datato 1942, aveva 92 anni. Nato a Frascati il 26 luglio 1921, Amedeo esordì nella Roma il 2 maggio 1937, nella gara interna contro la Fiorentina terminata 2-2. La settimana successiva, la Roma di mister Barbesino fu sconfitta 5-1sul terreno della Lucchese. In quella disastrosa trasferta toscana Amadei stabilì un record tuttora imbattuto: il più giovane giocatore andato a segno in serie A. Sua fu, infatti, la rete della bandiera romanista, ed Amedeo aveva solo 15 anni e poco più di 9 mesi. Conclusa la parentesi storica di Campo Testaccio nel maggio 1940, nell'estate del 1941 la Roma del neo-presidente Edgardo Bazzini puntò in alto, decisa a conquistare ciò che aveva sfiorato nel 1931 e nel 1936. Il mister Alfred Schaffer si affidò al senso del gol di Amedeo, soprannominato “Il fornaretto di Frascati” per via dell'attività commerciale dei suoi genitori. Il torneo iniziò con una splendida vittoria sul Napoli per 5-1 in cui il numero 9 capitolino firmò una tripletta. Decisivo fu il suo apporto alla causa giallorossa nel corso del campionato; 18 reti che spinsero la Roma verso il suo primo tricolore. Il 23 maggio 1943, nell'infuocata semifinale di Coppa Italia a Torino contro i granata un episodio increscioso rischiò di compromettere la carriera del centravanti giallorosso. Durante una mischia che si accese in seguito ad una contestatissima decisione arbitrale, il guardialinee Massironi fu colpito da un calcio. Di questo gesto verrà ritenuto ingiustamente colpevole Amadei. Sarà inizialmente radiato dalla FIGC, ma in seguito ad un'amnistia federale sarà riabilitato alla fine di aprile del 1944. La seconda guerra mondiale, intanto, seminava morte e distruzione ed il calcio passò, ovviamente, in secondo piano. Terminato il conflitto, si tornò a giocare ma Roma e la Roma vivevano un momento difficile. Per il futuro di Amadei si prospettava il trasferimento in maglia granata al fianco di Bacigalupo, Mazzola, Gabetto e dei campioni che in quel momento dominavano la scena calcistica italiana. I tifosi della Roma insorsero ed il presidente giallorosso Pietro Baldassarre ci ripensò. Era il 1947. Col senno di poi e precisamente ripensando alla strage di Superga del 4 maggio 1949, si potrebbe dire che la rinuncia a quella trattativa salvò la vita ad Amedeo. Continuando a lottare per l'adorata maglia della sua Roma, durante il derby del 16 novembre 1947, Amadei subì un grave infortunio. Dopo aver messo a segno quello che si rivelerà il gol – partita, un difensore laziale con un brusco intervento gli causò la frattura di una vertebra. Il difensore era Alessandro Ferri che, per ironia della sorte, approderà in giallorosso nell'estate successiva proprio quando Amadei abbandonerà Roma destinazione Milano, sponda nerazzurra. Tredici anni nella Roma, con un solo intervallo vissuto lontano, precisamente il 1938 – '39 a Bergamo militando nell'Atalanta in serie B; ora, purtroppo, era costretto ad allontanarsi definitivamente da quei colori che gli resteranno sempre nel cuore. Erano gli anni di una Roma sicuramente ridimensionata; il presidente Baldassarre si difese sostenendo che Amadei meritava palcoscenici in cui esibirsi che ne avrebbero favorito l'affermazione ad altissimi livelli. Si aprirono le porte della nazionale ed il suo esordio arrivò il 27 marzo 1949 nell'amichevole contro la Spagna a Madrid, vinta dagli azzurri; Amadei siglò la rete del definitivo 3-1 al 5° minuto della ripresa.

Dopo due anni in nerazzurro arrivò il trasferimento al Napoli dove ritrovò il compagno dello scudetto del '42 Naim Krieziu. Altro episodio da ricordare, amaro ma significativo, fu quello relativo ad uno strano scherzo del destino che si materializzò all'ultima giornata del torneo 1950 – '51. La Roma, ad un passo dalla sua unica retrocessione in serie B, giocava le sue ultime disperate chances contro il Milan fresco campione d'Italia mentre il Napoli di Amadei e Krieziu andava a far visita al Padova. I patavini contendevano ai giallorossi l'ultimo posto valido per la permanenza nella massima serie.

Amadei si infortunò nel corso della prima frazione e i partenopei, demotivati ed ormai soddisfatti del sesto posto conseguito, cedettero il passo ad un Padova desideroso di salvarsi (2-0 per i veneti). La vittoria giallorossa (2-1) contro un Milan altrettanto disinteressato ad una lotta all'ultimo sangue si rivelerà inutile ed il tifoso Amadei visse pienamente la profonda tristezza di questo momento buio della storia romanista. Era il 17 giugno 1951, esattamente mezzo secolo prima del terzo trionfo giallorosso in campionato.

Al termine della stagione 1955 – '56, Amadei appese per sempre gli scarpini al chiodo. Al suo attivo 174 reti (di cui 85 con la maglia della Roma) e 423 presenze nel massimo campionato. Per alcuni anni allenò i partenopei e poi nel 1963 la Lucchese. Riprese ad allenare nel 1972, a titolo gratuito, la nazionale di calcio femminile. Quest'esperienza si concluse nel 1978.

Nel settembre 2012 è stato inserito nella Hall of fame della società di Trigoria, votato da tifosi di ogni età che riconoscono in lui un esempio di romanità e di fortissimo attaccamento ai colori della sua città. La fede verso la Roma, da lui definita in alcune occasioni “mia madre” , resterà per sempre intatta e professata con un profondo orgoglio che l'ha accompagnato per tutta la sua vita.

Ciao Amedeo, immenso campione e romanista autentico.