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Da Carneade a leader di reparto, i motivi dell'ascesa di Ibanez

di Alessandro Carducci

Arrivato a Roma senza clamori e senza particolari lodi, Roger Ibanez ha passato alcuni mesi a migliorare sotto il profilo difensivo, nella marcatura, per poi essere rispolverato da Fonseca dopo il lockdown, mostrando fin da subito le sue qualità.
Quest’anno, complice la telenovela Smalling, ha iniziato subito da titolare: contro l’Hellas Verona ha giocato sul centrosinistra con Cristante difensore centrale ma nelle ultime due gare, contro Juventus e Udinese, ha guidato lui il reparto arretrato mostrando una personalità da veterano.

RAPIDITÀ- Contro i bianconeri ha annullato Morata che si è fatto o anticipare o fermare nell'uno contro uno. L’unica volta in cui l’attaccante juventino è riuscito a scappare si è fatto rimontare da Ibanez che, grazie alla sua rapidità, rimedia ai suoi (pochi errori). Come successo contro l’Udinese con Lasagna, nell’unica occasione in cui l’attaccante dei friulani ha preso il tempo al difensore giallorosso: Ibanez l’ha rincorso e, con estrema lucidità (dote fondamentale ma non scontata in un difensore) l’ha recuperato e ha messo la gamba senza fare fallo, un intervento molto difficile e molto rischioso ma riuscito perfettamente, così come è da sottolineare l’aver recuperato un giocatore veloce come Lasagna. La sua rapidità gli consente anche di recuperare molti palloni e contro l'Udinese ne ha recuperati ben 8, più di tutti.

ANTICIPO - Ibanez è molto bravo nell’anticipo, sa dove posizionarsi e capisce prima di altri dove andrà il pallone, mostrando quindi di essere abile anche nell’intercettare le linee di passaggio avversarie (6 intercetti contro i friualani, il migliore in campo, dati Opta).
Quando sbaglia l’intervento o quando l’avversario gli prende il tempo alle spalle (come Lasagna), può rimediare grazie alla sua rapidità nei primi metri.
Si fa rispettare anche nei duelli aerei, sebbene sia alto ma non altissimo (1,87, dati WyScout) ma ha una buona elevazione e una forza in grado di reggere il contrasto.

IMPOSTAZIONE – Contro l’Udinese, a metà del primo tempo, Ibanez ha alzato la testa, vedendo il movimento di Dzeko e facendo partire un lancio in verticale teso e preciso che ha messo il bosniaco in condizione di presentarsi a tu per tu con il portiere. Non è stato un caso: il brasiliano ha un lancio lungo, teso e preciso nelle sue corde e lo rivedremo parecchie volte in questa stagione. Contro l'Udinese è stato il giocatore con più palloni giocati (98, dati Opta) e non è un caso.

TESTA – Le qualità tecniche sono importanti, molto importanti, ma a grandi livelli arriva solo chi ha anche la testa. Le qualità mentali, spesso sottovalutate, fanno sì che un bravo giocatore possa ambire ad arrivare ai massimi livelli oppure, al contrario, limitano un giocatore molto dotato tecnicamente ma poco lucido o stabile mentalmente. La gestione dell’errore è fondamentale. Il calciatore che sa reagire immediatamente a un errore può giocare a grandi livelli, chi non impara a farlo troverà delle grosse difficoltà (come Pau Lopez, infatti).
Ibanez, nel corso del secondo tempo contro l’Udinese, ha tentato l’anticipo su Okaka, sbagliando il tempo e regalando una ghiotta occasione agli avversari. Un minuto dopo, palla a Lasagna e Ibanez è stato bravo a rimanere in piedi e ad anticipare l’attaccante bianconero. Dopo pochi minuti è stato intelligente a capire dove sarebbe andato  il pallone intercettando, così, un pallone diretto sempre a Lasagna. Poi ha evitato l’intervento di un avversario grazie alla sua flessibilità, ha retto il contrasto ed è andato diretto in contrasto su Pereyra, senza timore, senza paura ma senza nemmeno la frenesia di chi deve rimediare all’errore e, perdendo lucidità, ne commette uno ancora più grosso.


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