Mannini: "Ho i brividi se ripenso all'esordio in Europa League"

Il centrocampista della Primavera Mattia Mannini ha rilasciato un'intervista al canale Youtube della Roma.
Perché la scelta della maglia numero 16?
"In realtà è stato pura casualità. Devo essere onesto, è stata pura casualità. Però è chiaro che qui alla Roma ha un significato speciale questo numero. Lo so bene, però è stata pura casualità. Adesso me lo tengo stretto".
Come stai?
"Tutto bene, grazie. Dopo un periodo un po' sfortunato però mi sento bene e sono molto contento".
Sarzana, paesino di 20.000 abitanti in Liguria, provincia di La Spezia. Poi nell'estate del 2020 ti chiama la Roma. Come ti cambia la vita?
"È stato un momento incredibile. Ricordo ancora in piena pandemia la chiamata del direttore Bruno Conti. All'inizio veramente non ci credevo. Perché come hai detto tu, un ragazzino di Sarzana che viene notato dalla Roma. Una squadra così grande, un club così importante. È stato un autentico sogno. Ma non ho dubitato neanche un secondo. Poi quando sono venuto a vedere le strutture con il direttore, con Manu e Marzocca. Mi hanno fatto fare la visita. Neanche avevo dubbi prima. Figuriamoci una volta vista Trigoria. È stato veramente incredibile. Un momento bellissimo".
Perché hai scelto la Roma?
"Chiaramente a livello logistico ti viene da pensare, come hai detto tu, di rimanere un po' più vicino a casa magari, ma ti dico la verità, mi sono innamorato durante un torneo, un torneo a Gallipoli, in cui ho avuto la fortuna di giocare contro la Roma U14, ai tempi allenata da Mister Rubinacci, e quella partita ero rimasto in credulo, e appena ho avuto l'occasione di poter indossare la maglia, ho detto, quella è la squadra giusta, ho subito detto che è la squadra giusta per me, voglio giocare con quei colori".
I tuoi genitori?
"Loro non mi hanno mai detto nulla, mi avrebbero supportato in qualsiasi scelta, ma anche loro poi sono rimasti estasiati, anche loro avevano detto Roma, Roma, Roma, già avevo iniziato a cantare l'italiano".
Hai avuto dei ripensamenti?
"Sono sempre stato molto convinto e non ho mai avuto dubbi da questo punto di vista. E poi anche grazie alla Roma, alle persone che hanno messo a disposizione mia e degli altri ragazzi che vengono da fuori con il convinto, ci siamo sempre sentiti a casa. Poi il campo è la cosa che meno ti fa pensare, quindi una volta iniziato a giocare proprio era sparito anche il minimo dubbio, però non sono sempre stato molto convinto".
Tu hai sempre avuto un carattere che ti ha spinto per intelligenza ma anche per curiosità a cercare di conoscere le persone, di conoscere dove eri venuto, di conoscere da dentro la Roma. È un tuo modo di sentirti forte, quello di essere consapevole, di conoscere quello che ti circonda?
"Sono molto curioso, mi reputo un ragazzo molto curioso. Sì, chiaramente da subito, appena arrivato, ho voluto conoscere chiunque qua dentro. Ho avuto anche la fortuna di aver incontrato delle persone fantastiche durante il mio percorso, quindi sì, diciamo che sono un curiosone, così si può dire. Ho veramente toccato tutti i tasti perché volevo conoscere e adesso posso dire che qualcosina di Roma e della Roma ho capito e mi è entrato dentro".
Con i social anche se sei così curioso, cerchi notizie in giro per il web?
"Sono sempre stato fissato con il calcio in generale, proprio con la cultura calcistica, quindi so anche cose di anni passati. Sono uno molto curioso, anzi i miei genitori me lo dicono sempre, io ho imparato a leggere grazie ai nomi dei calciatori".
La scorsa stagione?
"Peccato per il finale dell'anno scorso perché credo che meritassimo veramente di alzare quella coppa per tutto il percorso fatto. Purtroppo l'ultima partita non è andata come speravamo, però abbiamo ancora quest'anno per rifarci".
Cercare di vincere lo scudetto questa stagione?
"Tantissima, proprio perché quando ce l'hai lì a un passo e non riesci a raggiungere l'obiettivo chiaramente te lo porti dentro e dobbiamo affrontare ancora questo finale di stagione con appunto quella voglia di rivalsa per cambiare le cose".
Ma qual è lo scudetto più bello tra i due vinti?
"Il primo o l'altro che è un po' più maturo, diciamo? Dico la verità, sono stati bellissimi entrambi. Chiaramente il primo magari ha un impatto più forte perché appunto è la novità da un certo punto di vista, però sono stati due scudetti bellissimi con l'Under-16, oltretutto dopo un percorso ancora più lungo. Siamo partiti dagli ottavi di finale, quarti, semifinale e poi la finale contro il Minan. In Under-17, dopo i playoffs, abbiamo fatto subito semifinale e finale, quindi è stato molto più ravvicinato".
Va di moda adesso il termine tuttocampista, ti ci ritrovi?
"Allora, diciamo che è un termine che spesso mi dicevano e mi piace, perché il fatto di sapersi adattare a molte posizioni, a molti ruoli, a vari compiti, credo sia un pregio che si è notato, mi fa piacere che si noti. E chiaramente sì, mi piace essere definito così, perché posso ricoprire tante zone del campo, chiaramente dove la squadra ha bisogno".
Ruolo preferito?
"Diciamo che nasco come mezz'ala. Hai riportato questa mia caratteristica sul campo, però se ti devo dire un ruolo forse è il vecchio amore della mezz'ala".
15 dicembre 2022, che succede? A un certo punto magari eri sul divano, ti arriva una chiamata sai, Roberto Mancini, CT della nazionale italiana, ti ha convocato.
"Incredibile, in realtà ero a scuola, ero a scuola e mi ha chiamato la segreteria della Roma dicendomi guarda Matti ora era il periodo natalizio, quindi guarda prima delle vacanze di Natale ti ha convocato la nazionale e dentro di me dicevo, ma l'U19 non ha raduni, non capivo e mi ha detto che era la nazionale maggiore e io veramente non sapevo se crederci o meno. Cioè ero fuori di me in quel momento non capivo veramente, avevo i brividi e ho chiamato subito i miei genitori"
Unico 2006 insieme a Martinelli a essere convocato
"Ero il più piccolino tutti i ragazzi che già giocavano in serie A e con il CT Roberto Mancini è stato veramente incredibile. Considera che con me al raduno c'era anche Tommaso Baldanzi quindi lui ho avuto la fortuna di conoscerlo lì. Infatti adesso ci salutiamo le volte che ci vediamo, ci siamo conosciuti prima in Nazionale che nel Club. perché anche lui era stato convocato ma lui era già un giocatore affermato, io invece giocavo con l'Under18, avevo fatto solo qualche allenamento con la Primavera e quindi ero veramente estasiato, non ci credevo davvero quando ero messo dentro in campo".
Tu hai un rapporto molto profondo con la maglia della Nazionale italiana, vero?
"La Nazionale è il sogno di tutti, fin da bambino. Ho avuto la fortuna di fare tutta la trafila delle giovanili delle nazionali, dall'U17 con cui sono stato capitano all'Europeo, ora con l'U19 abbiamo guadagnato il mondiale, speriamo di fare bene, è un privilegio".
Nell'ottobre 2023 il The Guardian ha scritto che eri tra i migliori 2006 nel mondo. Una responsabilità o un onore?
"Sono sempre cose belle che ti capitano, è stato un onore incredibile essere paragonato a tanti ragazzi che stanno facendo benissimo in tutto il mondo, anche in Champions. Non mi mette pressione, mi fa solo che bene, mi fa capire che è la strada giusta".
Ti fa alzare l'asticella
"Esattamente, è proprio quello il bello".
14 dicembre 2023.
"La mia prima gara in prima squadra, all'Olimpico, l'esordio in Europa League, era l'ultima giornata del girone contro lo Sheriff. Mentre entro in campo, si vede che sospiro, è stato bellissimo, è stata bella tutta la giornata con quell'ansietta mescolata alla speranza che possa succedere".
Avevi la speranza che potesse accadere?
"Avevo la speranza, come tutti gli altri ragazzi con me, e quando il mister mi ha chiamato per entrare..."
Ti aspettavi così presto di esordire?
"Avevo dei sogni più che degli obiettivi. Averlo raggiunto così presto è stato incredibile. Infatti ringrazio tanto la Roma, mister Mourinho per l'opportunità, mi vengono i brividi vedendo le immagini".
Torniamo ai giorni d'oggi con il rinnovo di contratto con la Roma, una firma al tuo professionismo, con che emozione l'hai vissuta?
"un momento speciale, avevo i miei genitori e la mia ragazza con me. Ricevere un attestato del genere da un club come la Roma significa che il percorso di questi anni ha dato i suoi frutti, anche solo stare lontano da casa ha dato i suoi frutti. Sono grato alla Roma. C'erano anche Alberto De Rossi e Bruno Conti. Bruno è stato il primo ad avermi notato, De Rossi mi ha accompagnato e poi chiaramente il direttore Ghisolfi, che ringrazio perché è stato molto importante per me. Sono contentissimo di continuare con la Roma".
Dedichi alla tua famiglia questo passo così importante?
"Assolutamente sì, per tutti i sacrifici che hanno fatto, non mi hanno mai fatto mancare nulla, è tutto merito loro e di tutte le persone che, da quando sono arrivato, mi hanno aiutato a crescere fuori e dentro al campo".
E adesso?
"Bisogna continuare a lavorare e porsi degli obiettivi".
Quanto ti è entrata dentro la Roma?
"Difficile da far capire. Chi ha già dentro la Roma quasi naturalmente si fa coinvolgere, chi viene da fuori viene travolto dalla passione di questa città, senti fin da subito la passione. Venire da un paesino di qualche migliaio di abitanti e venire qui cambia tutto, ti entra dentro il dna giallorosso".
La tua ambizione nel calcio?
"Fare il meglio possibile ed essere felice, qualsiasi sfida mi capiterà davanti Qua sento che posso darlo e sono molto contento di poterlo dimostrare".
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