Bojan: "Sono di nuovo felice, mi sto adattando sempre di più"

09.10.2011 17:03 di  Simone Francioli   vedi letture
Fonte: sport.es
Bojan: "Sono di nuovo felice, mi sto adattando sempre di più"
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

Bojan Krkic torna a parlare di sé e della sua nuova esperienza nella Capitale. L'attaccante spagnolo ha rilasciato difatti una lunga intervista al quotidiano spagnolo Sport, nella quale parla di Roma, dei suoi ex compagni del Barcellona e del possibile rientro tra i blaugrana nei prossimi anni:

Come va la sua nuova vita?

"Mi sto adattando sempre di più".

E' la prima volta che vive fuori casa?

"Si, sono una persona molto attaccata alla Catalogna, dove ho vissuto tutta la vita tra Lynyola, Mollerussa, Bellpuig e Barcellona. Mai mi sono mosso da questa zona. Però mi sto trovando sempre più comodo perché comunque son venuto a Roma per il calcio".

Parlando di calcio, come le sta andando?

"Grazie a Dio sta andando bene, non solo per il primo gol e per il minutaggio che ho avuto, ma anche perché sto tornando a recuperare la sensazione di sentirmi importante e quindi ad essere felice con il calcio".

Da dove arriva tutta questa felicità?

"Dalla voglia con cui mi alzo la mattina, la voglia di allenarmi, di sapere che mi sarà utile, che otterrò qualcosa. Devo lavorare per giocare, però so che in questo modo avrò la possibilità di sfruttare le mie occasioni e di far vedere che ho fiducia. A Roma sto recuperando tutto questo".

Torna a essere un calciatore

"Esatto".

 E' andato via con una conferenza stampa dove ha mostrato un Bojan che non conoscevamo. La preparò?

"No, assolutamente. Né io né il mio staff volevamo che me ne andassi dopo tanti anni senza dire nulla, con un semplice comunicato. Volevo salutare e le parole mi sono uscite dal cuore. E' stata una conferenza stampa molto emotiva per me perché tutto ciò che dissi erano sentimenti reali, tanto positivi quanto negativi. Ho voluto ringraziare dell'appoggio che sempre ho notato nei miei confronti da parte dei tifosi e verso tuttò ciò che ruota intorno al Barcellona. Perché sono stato, sono e sarò sempre un blaugrana".

Cosa le rimane dei suoi quattro anni passati con la prima squadra del Barcellona?

 "Il Barcellona è stata la mia vita. Fin da quando ero piccolo mi ha insegnato tante cose e non solo a livello calcistico: nella cantera, negli allenamenti, nei tornei. Mi ha insegnato a vivere. Mi sento un privilegiato di essere stato blaugrana e aver avuto l'opportunità di giocare in questo club".

Cosa cancellerebbe?

"Nulla".

Nemmeno i momenti negativi?

"Niente, perché sempre ho detto che è difficile superare i momenti negativi, però quando li passi e li superi ti danno la maturità e la forza per affrontare tutto ciò che incontrerai nella vita".

Ha avuto tempo di riflettere sopra la sua carriera al Barcellona?

"Sono più cosciente rispetto a tante cose. La vita che passavo nel calcio era fatta di successi, successi e successi. Non c'erano delusioni, giorni tristi, segnavo sempre e vincevamo trofei. Era un po' irreale. Avevo bisogno di rendermi conto di come era la vita. Mia madre mi dice che sono passato, a 21 anni, per situazioni che lei provò a più di 30".

Perché se ne è andato?

"Essere al Barcellona è straordinario. Sfrutti il fatto di essere in un club storico, sei importante in tanti momenti, sei vicino a casa, vicino a la famiglia. Tutto è straordinario. Però sono un calciatore e quindi mi mancava giocare a calcio. Soprattutto l'ultimo anno, tutto era bello tranne che il minutaggio".

Perché ha detto che non ha la stessa opinione di Guardiola come socio rispetto al Guardiola giocatore?

"Guardiola è il miglior allenatore che ho avuto e che avrà il Barcellona. Per i risultati, per il momento nel quale entrò, in una situazione che non era per nulla facile, e tutto ciò che ha vinto il primo anno. E perché oggi giorno la squadra continua a ricevere elogi da tutto il mondo per il calcio che mette in mostra. Come giocatore, logico, non posso......Dico solo che non ho avuto le opportunità che meritavo".

Perché non giocava?

"Ho detto molte volte che avevo momenti nei quali non stavo bene: per mancanza di fiducia visto che giocavo poco o perché mi fasciavo la testa senza motivo e questo abbassava il mio rendimento. Però in altri momenti credevo che avrei potuto giocare e l'opportunità non arrivava".

Quando ha saputo che sarebbe andato alla Roma? Come si è sentito?

"Ricordo che i miei genitori mi chiamarono a tarda notte, molto felici, e mi dissero che il trasferimento era fatto. Erano molto contenti perché volevano vedermi felice ancora. Però mia madre notò qualcosa di strano e mi chiese "Non sei contento"? Io lo ero, però qualche volte ero triste. Era una doppia sensazione. Si apriva la porta di un grande club dove avrei potuto recuperare fiducia, però mi vennero in mente anche i 12 anni passati al Barcellona. Mai mi sarei immaginato con un'altra maglietta. E' qualcosa che ho saputo digerire e grazie alla Roma e i tifosi mi sento ogni giorno meglio".

Al Camp Nou ha lasciato grandi amici

"4 anni in uno spogliatoio sono molti e le persone con le quali ho condiviso tutto sono straordinarie. Li vedo come compagni, come amici, non solo come calciatori. Per esempio Iniesta, Puyi, Xavi, Víctor Valdés, Gerard.....ho vissuto tante cose con loro".

Mantiene il contatto con loro?

"Chiaro. Con Andrés parliamo molto, siamo molto amici. Io gli chiedo della sua bambina e lui della mia vita a Roma. Dopo ogni partita mi mandano messaggi e io faccio lo stesso".

Come se non se ne fosse andato....

"Evidentemente, quando li vedo in televisione, ho la sensazione che li vedrò molto presto. Mi mancano tutti loro".

Che prova quando li vede in televisione?

"Il sentimento per il Barcellona è grande, ho pianto al Camp Nou, ho riso.....e quando vado via il sentimento di tristezza e nostalgia è molto forte. La prima cosa che pensai fu: non vedrò nessuna partita perché altrimenti mi sentirò molto triste".

Però?

"Però la prima partita, il Clásico di Supercoppa, non l'ho potuta evitare. Né il secondo, né il terzo. E fino ad ora ho visto tutte le partite. E' che ho voglia di vederli. Primo perché sono un loro tifoso, secondo perché voglio che vincano sempre, terzo per i miei compagni e quarto perché mi diverto a vedere come giocano al calcio".

Si diverte più ora, da lontano, o quando giocava con loro?

"Logicamente, mi divertivo di più stando in campo con loro, però ora mi diverto comunque tanto. Ogni volta che vedo una partita del Barcellona mi sento privilegiato di aver passato tanti anni con loro e di essere stato importante in tanti momenti in quella squadra".

La porta del Barcellona continua ad essere aperta per lei. E' possibile pensare in un suo ritorno?

"Io nel Barcellona sono stato molto felice, sono stato molto bene e so che sempre sarei molto felice, però il presente mi ha portato qui, in un buon club. Il mio obiettivo ora è tornare a divertirmi con il calcio, di essere felice. Dipende da me e dipende dalle mie prestazioni che possa tornare al Barcellona o que possa rimanere qui o da altre parti. Nella vita mai si sa ciò che succederà".

Però, nel suo caso, esiste un contratto per il quale il Barcellona deve riscattarla

"Posso tornare e essere ceduto a qualsiasi squadra. Se faccio male tornerò, però mi cederanno nuovamente".

Anche la Roma ha un'opzione per trattenerla

"Per questo dico che nella vita tutte le cose accadono perché devono accadere. E fino ad ora è così e quando credi che una situazione che vivi sia brutta, può trasformarsi nel miglior regalo di tutta la tua vita".